Vindobona è l'antico nome latino dell'attuale città di
Vienna, capitale austriaca e dell'antica
fortezza legionaria posizionata lungo il fiume
Danubio, di fronte alle tribù
germaniche di
Marcomanni e
Naristi, diventando un importante centro commerciale, trovandosi in prossimità della frontiera germanica e lungo la
via dell'Ambra. Fu, inoltre, uno dei principali
centri militari e civili (
canabae) dell'intera
provincia romana della
Pannonia superiore.
Dai Flavi a Traiano
Fu sede di un importante forte
ausiliario, installato in questa località dai tempi di
Domiziano (
89 circa) in seguito alla crisi scoppiata lungo la frontiera settentrionale con le vicine tribù
suebe di
Marcomanni e
Quadi a cui poco dopo si aggiunsero anche quelle
sarmatiche degli
Iazigi (
89-
97). La
fortezza legionaria potrebbe essere sorta in concomitanza con la terza ed ultima fase delle
guerre suebo-sarmatiche (
95-
97) quando le operazioni militari furono affidate al futuro imperatore,
Traiano, i cui successi furono determinarono non solo l'acclamazione ad
Imperator, ma l'attribuzione allo stesso ed a
Nerva del titolo onorifico di
Germanicus e l'adozione al trono.
In seguito a questi successi venne posizionata a
Vindobona la
Legio XIII Gemina che qui rimase fino al
101, quando partì per la
conquista della Dacia, dove poi rimase fino all'abbandono della
provincia avvenuta sotto
Aureliano. Fu rimpiazzata dalla
Legio XIV Gemina che qui rimase fino al
118/
119, quando fu trasferita nella vicina
Carnuntum, in sostituzione della
legio XV Apollinaris partita per il fronte orientale (
Cappadocia. La legione che fu inviata a sostituire la XIV a
Vindobona, e che qui rimase fino al crollo del
limes danubiano nel
V secolo, fu la
Legio X Gemina.
Da Antonino Pio alle guerre marcomanniche
Contro
Marcomanni,
Naristi e
Quadi dovette combattere per oltre un quindicennio durante il periodo delle
guerre marcomanniche sotto gli imperatori
Marco Aurelio ed il figlio
Commodo. Nei suoi pressi sarebbe avvenuta una
battaglia nel
170, quando le orde barbariche sfondarono il
fronte danubiano spingendosi fino in
Italia,
assediando la stessa
Aquileia e distruggendo
Oderzo. Nello scontro si racconta che furono sconfitti 20.000 armati romani. Lungo questo tratto di fronte, Marco Aurelio combatté una lunga ed estenuante guerra, prima "ripulendo" i territori della
Gallia cisalpina,
Norico e
Rezia (
170-
171), poi contrattaccando con una massiccia offensiva in
territorio germanico, che richiese diversi anni di continui scontri fino al
175 (
prima expeditio germanica)
Aurelio Vittore racconta, infine, che lo stesso
Marco Aurelio sarebbe morto proprio a
Vindobona (sul fronte marcomannico, durante la
secunda expeditio germanica), il 17 marzo del
180, contrariamente a quanto narra invece
Tertulliano (contemporaneo agli avvenimenti), che pone il luogo di morte nei pressi di
Sirmium (sul fronte sarmata).
La crisi del III secolo
Pare che l'imperatore
Eliogabalo stesse preparando una spedizione militare contro i
Marcomanni (di fronte a
Vindobona e
Carnuntum), poiché un oracolo gli aveva riferito che questa guerra sarebbe stata portata a termine da un membro della
sua dinastia:
questa notizia sembra suggerire la presenza di nuove infiltrazioni
barbariche lungo i confini della Pannonia superiore e una conseguente
controffensiva romana.
[16] Vindobona anche in seguito subì
numerosi attacchi durante l'intero
III secolo ad opera di
Marcomanni,
Naristi e
Quadi, a cui si aggiunsero anche
Vandali e
Iutungi.
Sembra, infatti, che nuove incursioni dei
Marcomanni colpirono il limes pannonico negli anni
258-
260, provocando un nuovo spopolamento delle campagne dell'intera provincia e la penetrazione fino a
Ravenna prima di essere fermata, proprio mentre l'imperatore
Valeriano era impegnato sul fronte orientale contro i
Sasanidi di
Sapore I.
[17] Il figlio
Gallieno fu così costretto a concedere ad alcune tribù di Marcomanni di insediarsi nella Pannonia romana a sud del
Danubio,
probabilmente per ripopolare le campagne devastate dalle invasioni dei
decenni precedenti, e - cosa curiosa - contrasse un matrimonio
secondario con la figlia di un loro principe.
[18]
Un decennio più tardi, negli anni
270 e
271 il fronte danubiano nei pressi di
Vindobona vide nuove incursioni da parte di
Alamanni,
Marcomanni,
Iutungi,
Iazigi e
Vandali Asdingi. Nel primo anno di guerra furono gli
Iutungi ad invadere sia la
Rezia sia il
Norico. L'anno successivo un'importante invasione congiunta di Alemanni,
Marcomanni e forse ancora di alcune bande di Iutungi.
Aureliano,
anche questa seconda volta, fu costretto ad accorrere in Italia, ora
che questi popoli avevano già forzato i passi alpini. Raggiunta la
Pianura padana a marce forzate percorrendo la
via Postumia, fu inizialmente sconfitto dalla coalizione dei barbari
presso Piacenza, a causa di un'imboscata, ma nel prosieguo della campagna riuscì a battere i barbari
una prima volta lungo la
via Flaminia sulle sponde del fiume
Metauro, e poi una seconda volta, in modo risolutivo, sulla strada del ritorno nei
pressi di Pavia. In seguito a quest'ultima invasione, si provvedette (fu forse al tempo di
Diocleziano) a sbarrare la strada a possibili e future invasioni, fortificando il corridoio che dalla
Pannonia e dalla
Dalmazia immette in Italia attraverso le Alpi Giulie: il cosiddetto
Claustra Alpium Iuliarum.
Dalla riforma tetrarchica alla caduta dell'Impero romano d'Occidente
Fu più volte attaccata nel IV-V secolo ad opera di
Vandali,
Unni e
Marcomanni. Nella primavera del
357 la consueta coalizione di genti tra Marcomanni,
Quadi e
Iazigi, tornò ad agitarsi sul
Danubio, invadendo e saccheggiando i territori compresi tra la
Rezia e le due
Pannonie. Le razzie furono arginate da
Costanzo II, che operò sia militarmente sia diplomaticamente, anche assegnando nuove aree d'insediamento ad alcune tribù della coalizione.
Attorno al
400 secondo la
Notitia Dignitatum era ancora posizionata a
Vindobona la
legio X Gemina,
[21] anche se pochi anni più tardi (tra il
402 ed il
408) orde barbariche di
Goti la saccheggiarono (forse solo le
canabae e l'abitato civile), come ci tramanda il
Codice Teodosiano.
[22]
Archeologia del sito
Recentemente, presso il centro storico cittadino, sono stati trovati molti resti antichi della città romana , attualmente esposti al
Römermuseum.
Galleria fotografica
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Rovine nella piazza Michael
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Rovine a Vienna in zona Hofburg
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