domenica 10 aprile 2022

EUROSOSTENIBILITÀ – LA GOVERNANCE : LA TRASPARENZA E LA PARTECIPAZIONE- L’INTERVENTO DELLA CONSULENTE LAURA PANIZUTTI

 



Partner di informazione di Borghi d’Europa in questo viaggio è la consulente finanziaria e patrimoniale Laura Panizutti di Conegliano.

“La normativa europea non obbliga a chi vuol proporre e vendere prodotti finanziari come sostenibili, di avere alcuni requisiti di governance.”

In altri termini vi è un largo margine per l’intermediario finanziario per essere ‘opaco’, per evadere le tasse, per essere gestito con il sistema delle scatole cinesi e,ciononostante, di poter comunicare i propri prodotti come sostenibili.”

Un operatore che si ispiri invece alla finanza etica ha alle spalle governance e strutture societarie fondate sulla trasparenza, sulla partecipazione dei soci e dei clienti.

Le normative europee si occupano dei temi collegati alla trasparenza, ma li collegano al singolo prodotto finanziario, senza prendere in esame i comportamenti generali di chi lo propone.

“I partecipanti ai mercati finanziari e i consulenti finanziari dovrebbero essere tenuti a dare informazioni precise circa i rischi per la sostenibilità (per i quali si intende un evento o una condizione di tipo ambientale, sociale o di governance che, qualora si verificasse, potrebbe provocare un impatto negativo sul valore dell’investimento); tali informazioni, infatti, sono necessarie per consentire agli investitori finali di adottare decisioni di investimento orientate al rispetto della sostenibilità. “

Ecco come Dino Donato Abate, Partner, Anna Travanini, Associate, Atrigna & Partners, delineano i temi della trasparenza :

“In concreto, i partecipanti ai mercati finanziari e i consulenti finanziari sono tenuti alla:

trasparenza delle politiche in materia di rischio di sostenibilità (art. 3) mediante la pubblicazione sui propri siti web delle politiche relative all’integrazione dei rischi di sostenibilità negli investimenti o nelle proprie consulenze per investimenti;
-trasparenza sugli effetti negativi per la sostenibilità a livello di soggetto (art. 4) mediante l’informazione sui principali effetti negativi derivanti dalle decisioni di investimento sui fattori di sostenibilità. In particolar modo, devono essere fornite: le informazioni sulle politiche adottate al fine dell’individuazione dei principali effetti negativi per la sostenibilità, con indicazione dei relativi indicatori; una descrizione dei principali effetti negativi per la sostenibilità e di qualsiasi azione adottata o programmata in merito; una breve sintesi delle politiche di impegno adottate e riferimenti all’osservanza di codici di condotta di impresa responsabile e delle norme internazionalmente riconosciute in materia di due diligence e reporting;

trasparenza delle politiche di remunerazione relativamente all’integrazione dei rischi di sostenibilità (art. 5) mediante la pubblicazione delle informazioni su come tali politiche siano compatibili con la sostenibilità;
-trasparenza dell’integrazione dei rischi di sostenibilità (art. 6) mediante informativa precontrattuale del modo in cui i rischi di sostenibilità sono integrati nelle decisioni di investimento e dei risultati delle valutazioni dei probabili impatti dei rischi di sostenibilità sul rendimento dei prodotti finanziari che rendono disponibili;

-trasparenza della promozione delle caratteristiche ambientali o sociali nell’informativa precontrattuale (art. 8): nel caso in cui un determinato prodotto finanziario vada a promuovere talune caratteristiche, generalmente ambientali o sociali, devono essere comunicate le informazioni su come tali caratteristiche siano rispettate; se è stato individuato un benchmark, se e in che modo tale indice di riferimento sia coerente con le caratteristiche promosse;

-trasparenza della promozione delle caratteristiche ambientali e sociali sui siti web (art. 10) mediante pubblicazione sul proprio sito web, ad esempio, della descrizione delle caratteristiche sociali o ambientali o del relativo obiettivo di investimento sostenibile e le informazioni sui metodi utilizzati per la valutazione, il monitoraggio e la misurazione di tali caratteristiche.

Alla luce del nuovo Regolamento UE, pertanto, i soggetti supra indicati sono tenuti a pubblicare, sui rispettivi siti web, informazioni circa le proprie politiche sull’integrazione dei rischi di sostenibilità nei processi decisionali relativi agli investimenti; essi, quindi, devono spiegare il processo decisionale sia nel caso in cui non sussistano rischi di sostenibilità rilevanti per il prodotto finanziario sia nel caso in cui, invece, tali rischi possano incidere sulla performance del prodotto finanziario; in quest’ultimo caso, saranno tenuti a comunicare in quale misura, in termini quantitativi e qualitativi, tali rischi siano rilevanti in quanto incidenti negativamente sui fattori di sostenibilità.”

domenica 3 aprile 2022

Il Buon Paese - Qualità Vo' Cercando: gli anteprima d'informazione alla Caffetteria Goppion di Vittorio Veneto

 



Per il quinto anno consecutivo la rete di informazione Borghi d'Europa propone nel mese di maggio un viaggio nelle Terre della Sinistra Piave, nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio Iai-Iniziativa Adriatico Jonica, Forum intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica).

Qualità Vo' Cercando, Gente & Borghi lungo le rive della Piave è il titolo del viaggio, che comprende visite a luoghi del desiderio,con interviste,incontri di informazione, degustazioni, seguite dalla redazione multimediale di Borghi d'Europa .

A Vittorio Veneto, presso la Caffetteria Goppion, in via Leonardo da Vinci, si tengono quattro anteprima di informazione, “ Nè Pranzi veloci Nè Pranzi', per presentare i temi di Qualità Vo Cercando 2022.

Il primo propone la Malvasia della Croazia, il vino col fondo di Angelo Rebuli, le fantasie fuorischema nel settore snack di Riccardo e del suo team, i Caffè di un altro pianeta.

“ Un modo diverso – commenta Renzo Lupatin,presidente di Borghi d'Europa- , per raccontare il territorio e le sue storie.”




La Bottega dei Ricordi


Vittorio Veneto, Borgo del Gusto

Vitorio Veneto o, più semplicemente, Vittorio in veneto, è un comune italiano della provincia di Treviso in Veneto. Vi si combatté l'omonima battaglia durante la prima guerra mondiale; la vittoria dell'esercito italiano su quello austro-ungarico ebbe come conseguenza la resa austriaca e la fine della guerra.

La città è composta da quelli che un tempo furono due comuni distinti: Ceneda e Serravalle. È inoltre sede della diocesi di Vittorio Veneto.



Il territorio, il più vasto della provincia, è caratterizzato dalla presenza di rilievi collinari e montuosi, trovandosi a ridosso delle prealpi che lo separano dalla Valbelluna e dall'Alpago.

Oltre al centro di Vittorio Veneto, diviso tra Ceneda e Serravalle, sono presenti altri quartieri e sobborghi quali San Giacomo di Veglia, Costa e Salsa. Si contano inoltre numerose frazioni e località sparse sulle pendici dei monti o nella Val Lapisina, ossia la vallata che, inserendosi tra le prealpi, mette in comunicazione la Marca Trevigiana con la provincia di Belluno attraverso la Sella di Fadalto (è attraversata dalla SS51 e dalla A27). Lungo questa valle si trovano il Lago Morto, uno dei più estesi della provincia, e i più modesti lago del Restello e lago di Negrisiola, entrambi di origine artificiale. L'altitudine minima di Vittorio Veneto è di 89 m s.l.m., mentre la massima è di 1.763 m s.l.m. (in corrispondenza alla cima del Col Visentin). Il municipio si trova a 138 m s.l.m.

Viste le caratteristiche fisiche, la zona di Vittorio Veneto è ricca di corsi d'acqua a carattere torrentizio, molti dei quali nascono proprio all'interno del territorio comunale. Il principale corso d'acqua è indubbiamente il Meschio, che nasce in località Savassa ed è affluente del Livenza, che attraversa il capoluogo. Sono da ricordare inoltre il Cervada, affluente del Monticano, ed il Sora, affluente del Meschio stesso.


STORIA


Vittorio Veneto nacque il 27 settembre 1866 con l'unione dei preesistenti comuni di Ceneda e Serravalle. Assunse il nome di "Vittorio" il 22 novembre 1866 in omaggio a Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia. L'appellativo "Veneto" era usato abitualmente soprattutto dopo la battaglia e venne ufficializzato, assieme al conferimento del titolo di città, con RD 22 luglio 1923 n. 1765.

A partire dalla fine dell'Ottocento, vennero creati dei nuovi quartieri attorno alla strada che collegava le due cittadine, l'attuale Viale della Vittoria, di modo che l'unione fosse anche fisica, e lo stesso municipio fu collocato a metà strada. Tuttavia la città continua ancora oggi a dimostrare una certa bipolarità, e in effetti Ceneda e Serravalle, nonostante la vicinanza, hanno identità storiche ben distinte.

Vittorio Veneto è la città italiana che fu protagonista sul fronte italo-austriaco della omonima battaglia che pose fine alle ostilità tra i due paesi sul finire della prima guerra mondiale.


Ceneda

Di probabili origini celtiche, in epoca romana ospitò forse un vicus fortificato legato al municipium di Oderzo. Crebbe d'importanza durante l'alto medioevo, divenendo sede di un ducato longobardo e di una diocesi. I vescovi locali ebbero inoltre il titolo di conti che mantennero anche dopo l'assoggettamento alla Serenissima. In età moderna il suo sviluppo fu ostacolato dall'accrescersi di Serravalle, mantenendo le caratteristiche di piccolo borgo ad economia agricola raccolto attorno alla piazza della cattedrale.


Serravalle

Sorta attorno a un fortilizio di probabili origini romane, fu un centro di secondaria importanza finché, sul finire dell'XI secolo, divenne feudo dei Caminesi. Cominciò per Serravalle un periodo di costante sviluppo economico e urbanistico che fu continuato anche quando passò a Venezia, divenendo sede di una podesteria,