giovedì 26 dicembre 2013

Asolo : Periodo protostorico, paleoveneto e romano


L'origine del nome
Il toponimo, in latino Acelum, è attestato sin dal I secolo d.C. Gli studiosi vi hanno ravvisato la radice indoeuropea *ak, ovvero "luogo aguzzo", in riferimento dunque alla natura collinare del territorio o, più in particolare, al colle su cui sorge la rocca.
La civiltà ha fatto la sua comparsa nel territorio di Asolo già nel medio paleolitico (300.000-35.000 anni fa), periodo a cui risalgono i resti di mammuth e i reperti in selce ritrovati presso Pagnano. Sempre a Pagnano è stato individuato un insediamento mesolitico (5.000 anni fa), mentre a Casella sono stati rinvenuti resti di utensili di varia epoca (da 70.000 a 3.000 anni fa).
I reperti ritrovati soprattutto presso la Casa Gotica testimoniano che nel capoluogo comunale un insediamento si ebbe però solo a partire dall'età del bronzo (X-IX secolo a.C.). Tra l'VIII e il I secolo a.C. la Asolo paleoveneta era legata forse alla pratica della transumanza, all'allevamento ovino e al commercio della lana, oltre che punto di contatto tra i centri della pianura (Padova e Montebelluna) e l'area retica (Feltre). Mentre l'abitato si trovava in corrispondenza dell'attuale, sulle pendici meridionali sorgevano le necropoli.
Passata ai Romani, Asolo crebbe d'importanza divenendo municipium con giurisdizione sulla pianura sottostante sino alla via Postumia se non al Sile, e dal Brenta al Piave.
Di questo periodo restano numerosi reperti che testimoniano l'esistenza di terme, di un acquedotto, di un foro e di un teatro
Il toponimo (Acelum) è citato per la prima volta nel I secolo d.C. da Plinio il Vecchio (Naturalis historia), che annovera il centro fra gli oppida Venetorum. Un secolo dopo, come Akedon, lo si ritrova nella Geografia di Claudio Tolomeo.


Acquedotto Romano ad Asolo

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