Il Cognome CUNIAL (nel Settecento e
nell’Ottocento si trova anche la variante CUNIALI) deriva dall’omonima
borgata di case (Colmello) che sorge su una collinetta naturale, a sud
ovest del Comune di Possagno, in zona sopraelevata che domina sia la
riva delle Coppe (la cui strada collegava i Cunial con il colmello dei
Sorabas di Fietta), sia tutta la Valcavasia verso il Piave.
Il nome CUNIAL deriva da cuneus (cuneo)
ad indicare che il Colmello è una linea di case a forma di cuneo, de
péndola, come dicevano i nostri vecchi.
Come tutti i Colmelli veneti nati in
epoca altomedievale, anche quello dei Cunial è una piccola comunità
(oggi non ha più di 150 abitanti) dove le case sono state costruite in
fila, lungo le linee di livello, come fossero una colonna di abitazioni,
una attaccata all’altra (la parola Colmello deriva, infatti, dal latino
columnellum, cioè piccola colonna), sia per sfruttare al massimo
l’esposizione delle facciate delle case alla luce del sole ma anche per
creare l’unione delle famiglie raggruppate attorno ad alcuni servizi
comuni: la valle dell’acqua dove andare a lavare i panni, il pozzo dove ,
il forno per il pane, la strada per andare al bosco o al cimitero, la
chiesa, le servitù di passaggio, la piazzetta, il castello di difesa, il
filò invernale, ecc.
Accanto all’altura del colmello dei
Cunial vi è il Col del Castelàr, dove sorgeva il castello dei conti
Rover, in posizione davvero strategica per tutto il territorio della
Valcavasia.
I conti Rover furono piccoli feudatari della nostra terra,
dal Mille circa dopo Cristo, incaricati dagli Imperatori del Sacro
Romano Impero di Germania, quando questi scesero dalla Alemannia per
affermare il dominio sulla penisola italica. Il Castello, che aveva una
torre alta dieci metri sopra la quale sventolava il vessillo
verde-giallo dei Rover, riuscì a sopravvivere durante il drammatico
dominio di Ezzelino da Romano e resistette fino al 1388 quando venne
distrutto dal terribile comandante di ventura Arcoano da Buzzacarino,
cognato del signore di Padova, durante una delle interminabili lotte di
quegli anni con Venezia per il controllo di tutto il Veneto; oggi del
castelàr dei Rover restano solo poche tracce delle fondamenta ancora ben
piantate nel terreno; resta invece ben visibile, ai piedi del colle dei
Cunial, il colmello dei Rover a testimoniare una casata illustre e una
piccola comunità medievale gelosa custode delle sue tradizioni.
Nel colmello dei Cunial, lungo la
stradicciola che conduce alla località fornaci, vi è una piccola
chiesetta, dedicata alla Madonna della Neve (in ricordo di un antico
miracolo tanto caro alla gente locale), a Santa Costanza (in ricordo del
terremoto disastroso, avvenuto nel 1695, il 25 febbraio, giorno di
Santa Costanza, che ebbe come epicentro l’Asolano, e che distrusse quasi
tutti gli abitati di Possagno e dei paesi vicini) e all’invenzione
della Santa Croce. Poco distante dal Colmello dei Cunial, vi è la
storica chiesa di Santa Giustina del bosco, una cappellina minuscola
dedicata alla santa padovana dei primi secoli dell’era cristiana:
annesso al luogo di culto, sorge un eremo, oggi vuoto, che venne abitato
per secoli da eremiti dediti al lavoro silenzioso e alla preghiera. La
chiesa di Santa Giustina, posta al confine con il vicino comune di
Castelcucco, fu di proprietà dei Rover fino al 1172, quando essi la
cedettero ai monaci benedettini di Nonantola che già possedevano l’altra
chiesa possagnese, quella di San Teonisto (oggi abbattuta per far posto
al Tempio canoviano).
La struttura architettonica e urbanistica
del Colmello dei Cunial è rimasta nei secoli pressoché intatta: le
case, strette e alte anche di tre piani, hanno tutte un cortiletto
davanti alla porta d’ingresso che è chiuso dal porticato, dalla stalla e
dal fienile, ridosso della strada pubblica: ancora oggi, questa
struttura abitativa rappresenta un esempio significativo delle soluzioni
costruttive usate dai nostri antenati da mille anni a questa parte.
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